Misteri d'Italia: i casi di Blu notte by Carlo Lucarelli

Misteri d'Italia: i casi di Blu notte by Carlo Lucarelli

autore:Carlo Lucarelli [Lucarelli, Carlo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Performing Arts, Television, General, True Crime
ISBN: 9788806154455
Google: SbWiNAAACAAJ
editore: Einaudi
pubblicato: 2002-03-14T23:00:00+00:00


L'avvocato Alessandro Gamberini è il legale della famiglia Calvi. Lo intervistiamo noi.

Dice: «E' pacifico che vi fossero rapporti molto stretti tra monsignor Marcinkus, che all'epoca era il dominus della finanza vaticana dello Ior e il Banco Ambrosiano di Roberto Calvi. Intrecci che hanno un riferimento in una serie di società estere che costituiscono lo sfondo e il protagonismo finanziario di una serie di operazioni che vengono fatte per finanziare lo Ior e per finanziare attraverso il Banco Ambrosiano una serie di movimenti che nei Paesi dell'Est sono i protagonisti di quell'opposizione politica che poi otterrà i suoi effetti col crollo del regime del 1989. Questo determina una sorta di opacità che è presente in tutti i processi. Cioè un'opacità nel senso che il Vaticano ha ovviamente ostacolato fortemente la possibilità di chiarire tutti i meccanismi che stavano alla base di questo intreccio».

Poco dopo anche Calvi riceve un messaggio: «Non parlare più, altrimenti faranno in modo di farti restare in prigione tutta la vita». Il 20 luglio il tribunale di Milano condanna Calvi a quattro anni di carcere e 15 miliardi di multa. Calvi ricorre in appello, esce in libertà provvisoria e il 28 luglio torna al suo posto al Banco Ambrosiano. Alla disperata ricerca di soldi, aiuti e protezioni, Roberto Calvi trova due nuovi alleati. Uno si chiama Francesco Pazienza, ed è un uomo d'affari legato alla Cia e ai servizi segreti italiani, che lo ha aiutato quando si trovava in prigione. Pazienza porta Calvi e famiglia in vacanza in Sardegna e lì gli fa conoscere un altro finanziere, Flavio Carboni. Flavio Carboni è un ex imprenditore discografico sardo, poi improvvisatosi imprenditore edile, i cui affari l'hanno messo in contatto col mondo della politica, ma anche con quello dell'usura e della vera e propria criminalità organizzata. Carboni presenta a Calvi molta gente, molti finanzieri, intermediari con uomini politici, anche un sottosegretario al ministero del Tesoro. Ma Carboni, lo abbiamo visto, è anche in affari con gente strana, molto inquietante. Gente come Pippo Calò, detto «il cassiere della Mafia», a sua volta in contatto con elementi della banda della Magliana, la criminalità organizzata romana.

Nella sua disperata ricerca di appoggi e protezioni, Roberto Calvi finanzia con i soldi del Banco Ambrosiano alcune attività di Cosa Nostra e altre, come la Prato Verde, che - stando agli atti processuali - si ipotizza non potessero sfuggire al controllo della banda della Magliana. La situazione di Calvi, però, resta disperata. La Banca d'Italia chiede provvedimenti, alcuni deputati chiedono chiarezza e non basta che il 6 giugno 1982 Giuseppe Pisanu, il sottosegretario al ministero del Tesoro che conosce Carboni, dichiari in Parlamento che è tutto sotto controllo. Calvi ha paura. Manda via la moglie, a Washington, manda la figlia in Svizzera e comincia a uscire con una pistola nella borsa. Ha ragione ad avere paura. La gente con cui si è messo non è bella gente. Per esempio, dopo che il direttore generale del Banco Ambrosiano, Roberto Rosone, esprime perplessità su alcuni prestiti senza garanzie a



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